estrapolato da un pezzo pubblicato da peppecaridi su 25, Aprile, 2007
25 Aprile 1945 - 25 Aprile 2007 : si festeggia in Italia, il giorno della Liberazione dalla dittatura fascista, con ancora tante polemiche, tanti dibattiti e tante incertezze rispetto alla ricostruzione storica dei fatti che portarono l’Italia alla Prima Republica ed alla Costituzione del 1948.
Dalla parte politica di Centro/Sinistra, la festa del 25 Aprile viene vissuta come una festa propria, come una festa di parte, che celebra i meriti dei partigiani comunisti che combatterono contro il fascismo e che liberarono l’Italia.
Per alcuni...tra cui me...il 25 Aprile è un giorno triste che ricorda la fine di un sogno e l’inizio di un incubo, il giorno che portò l’Italia da grande potenza a “repubblica delle banane”.
In realtà sono davvero pochi coloro che analizzano in modo obiettivo i fatti di quegli anni: nessuno, infatti, parla di guerra civile, quella guerra civile che in realtà tra 1943 e 1945 devastò l’Italia: fascisti contro partigiani si combatterono senza sconti, e ci furono morti, tragedie, soprusi ed efferatezze da entrambe le parti: non erano solo i fascisti ad uccidere chi non supportava il regime, ma anche i partigiani, soprattutto i più estremi, a compiere stragi contro chi era solo sospettato di essere fascista e di credere nel regime di Mussolini.
La storia, si sa, la scrivono i vincitori, e in Italia la realtà di quegli anni è rimasta nascosta e, ancora oggi, è parzialmente non rivelata: solo negli ultimi anni, ad esempio, abbiamo iniziato a riflettere ed a soffermarci sugli eccidi delle foibe, compiuti dai comunisti tra 1943 e 1945 appunto in Istria e Dalmazia dove i comunisti partigiani si macchiarono di un reato per troppo tempo dimenticato, uccidendo migliaia di Italiani.Ed è questo solo uno dei tanti esempi della guerra civile di quel biennio: tra Emilia Romagna e Toscana in modo particolare, gli Italiani erano lettaralmente divisi in due e si combattevano a vicenda, tra fascisti e partigiani.
I partigiani, però, non erano un gruppo omogeneo come invece lo erano i fascisti: tra le file dei partigiani non c’erano infatti solo i comunisti, ma c’erano cattolici, liberali, monarchici…
La Brigata Garibaldi era l’elemento più estremo della resistenza Italiana, organo legato al Partito Comunista Italiano; altrettanto importante il gruppo “Giustizia e Libertà”: “Provenienti da diverse correnti politiche, archiviamo per ora le tessere dei partiti e fondiamo un’unità di azione. Movimento rivoluzionario, non partito, “Giustizia e libertà” è il nome e il simbolo. Repubblicani, socialisti e democratici, ci battiamo per la libertà, per la repubblica, per la giustizia sociale. Non siamo più tre espressioni differenti ma un trinomio inscindibile”: così si apre il primo numero del periodico pubblicato dal gruppo.
Ma tra i partigiani c’erano anche monarchici, ex-militari e altri autonomi che erano chiamati “badogliani”.
Un altro aspetto da sottolineare per quanto riguarda il processo di liberazione dell’Italia dal Fascismo, è il fondamentale intervento degli Anglo-Americani, senza i quali la liberazione probabilmente non sarebbe arrivata, almeno non subito e non con quelle circostanze.
Sfatati i tre miti secondo cui tra 1943 e 1945 i cattivi “killer” erano solo i fascisti, secondo cui i partigiani e la resistenza era composta solo da comunisti e secondo cui furono solo i partigiani a liberare il Paese senza aiuti esterni, possiamo fare un passo in avanti e cercare di capire quanto è stato importante per l’Italia il passaggio dal Fascismo alla Democrazia Cristiana, dalla Dittatura alla Prima Repubblica ma, in modo ancor più serio, per la prima volta, alla Democrazia.
A parte le analisi sullo sviluppo e sulla situazione economica del Paese e le differenze tra gli anni del Vent’ennio Fascista e i tempi contemporanei, non si può nascondere che un salto di qualità notevole arrivò dall’appoggio degli Stati Uniti d’America nel dopoguerra, con la ricostruzione alimentata dal Piano Marshall e con il miracolo economico.
Il popolo Italiano fu finalmente libero, libero di esprimersi, di avere un’opinione non veicolata, e di aprirsi al mondo internazionale.
La festa del 25 Aprile, sia chiaro, è una festa di tutti.
Di tutti gli Italiani, qualsiasi sia l’idea politica che hanno: perchè non è una festa che divide, ma una festa che unisce sotto la stessa bandiera, quella tricolore.
Quella che tra 1943 e 1945 vide tremendi episodi di morte e distruzione nella guerra civile, ma che finalmente grazie al supporto Anglo-Americano potà accostarsi agli ideali di Libertà e Democrazia propri della tradizione britannica.
Quella stessa bandiera tricolore che oggi ogni Italiano deve portare nel cuore con fierezza e orgoglio.
gli italiani di ieri devono ringraziare gli americani di aver impedito ai partigiani di portare l'talia sotto la dittatura comunista ! quelli di oggi,il 14 aprile festeggiano la cacciata dei comunisti dal parlamento italiano!
25 Aprile 1945 - 25 Aprile 2007 : si festeggia in Italia, il giorno della Liberazione dalla dittatura fascista, con ancora tante polemiche, tanti dibattiti e tante incertezze rispetto alla ricostruzione storica dei fatti che portarono l’Italia alla Prima Republica ed alla Costituzione del 1948.
Dalla parte politica di Centro/Sinistra, la festa del 25 Aprile viene vissuta come una festa propria, come una festa di parte, che celebra i meriti dei partigiani comunisti che combatterono contro il fascismo e che liberarono l’Italia.
Per alcuni...tra cui me...il 25 Aprile è un giorno triste che ricorda la fine di un sogno e l’inizio di un incubo, il giorno che portò l’Italia da grande potenza a “repubblica delle banane”.
In realtà sono davvero pochi coloro che analizzano in modo obiettivo i fatti di quegli anni: nessuno, infatti, parla di guerra civile, quella guerra civile che in realtà tra 1943 e 1945 devastò l’Italia: fascisti contro partigiani si combatterono senza sconti, e ci furono morti, tragedie, soprusi ed efferatezze da entrambe le parti: non erano solo i fascisti ad uccidere chi non supportava il regime, ma anche i partigiani, soprattutto i più estremi, a compiere stragi contro chi era solo sospettato di essere fascista e di credere nel regime di Mussolini.
La storia, si sa, la scrivono i vincitori, e in Italia la realtà di quegli anni è rimasta nascosta e, ancora oggi, è parzialmente non rivelata: solo negli ultimi anni, ad esempio, abbiamo iniziato a riflettere ed a soffermarci sugli eccidi delle foibe, compiuti dai comunisti tra 1943 e 1945 appunto in Istria e Dalmazia dove i comunisti partigiani si macchiarono di un reato per troppo tempo dimenticato, uccidendo migliaia di Italiani.Ed è questo solo uno dei tanti esempi della guerra civile di quel biennio: tra Emilia Romagna e Toscana in modo particolare, gli Italiani erano lettaralmente divisi in due e si combattevano a vicenda, tra fascisti e partigiani.
I partigiani, però, non erano un gruppo omogeneo come invece lo erano i fascisti: tra le file dei partigiani non c’erano infatti solo i comunisti, ma c’erano cattolici, liberali, monarchici…
La Brigata Garibaldi era l’elemento più estremo della resistenza Italiana, organo legato al Partito Comunista Italiano; altrettanto importante il gruppo “Giustizia e Libertà”: “Provenienti da diverse correnti politiche, archiviamo per ora le tessere dei partiti e fondiamo un’unità di azione. Movimento rivoluzionario, non partito, “Giustizia e libertà” è il nome e il simbolo. Repubblicani, socialisti e democratici, ci battiamo per la libertà, per la repubblica, per la giustizia sociale. Non siamo più tre espressioni differenti ma un trinomio inscindibile”: così si apre il primo numero del periodico pubblicato dal gruppo.
Ma tra i partigiani c’erano anche monarchici, ex-militari e altri autonomi che erano chiamati “badogliani”.
Un altro aspetto da sottolineare per quanto riguarda il processo di liberazione dell’Italia dal Fascismo, è il fondamentale intervento degli Anglo-Americani, senza i quali la liberazione probabilmente non sarebbe arrivata, almeno non subito e non con quelle circostanze.
Sfatati i tre miti secondo cui tra 1943 e 1945 i cattivi “killer” erano solo i fascisti, secondo cui i partigiani e la resistenza era composta solo da comunisti e secondo cui furono solo i partigiani a liberare il Paese senza aiuti esterni, possiamo fare un passo in avanti e cercare di capire quanto è stato importante per l’Italia il passaggio dal Fascismo alla Democrazia Cristiana, dalla Dittatura alla Prima Repubblica ma, in modo ancor più serio, per la prima volta, alla Democrazia.
A parte le analisi sullo sviluppo e sulla situazione economica del Paese e le differenze tra gli anni del Vent’ennio Fascista e i tempi contemporanei, non si può nascondere che un salto di qualità notevole arrivò dall’appoggio degli Stati Uniti d’America nel dopoguerra, con la ricostruzione alimentata dal Piano Marshall e con il miracolo economico.
Il popolo Italiano fu finalmente libero, libero di esprimersi, di avere un’opinione non veicolata, e di aprirsi al mondo internazionale.
La festa del 25 Aprile, sia chiaro, è una festa di tutti.
Di tutti gli Italiani, qualsiasi sia l’idea politica che hanno: perchè non è una festa che divide, ma una festa che unisce sotto la stessa bandiera, quella tricolore.
Quella che tra 1943 e 1945 vide tremendi episodi di morte e distruzione nella guerra civile, ma che finalmente grazie al supporto Anglo-Americano potà accostarsi agli ideali di Libertà e Democrazia propri della tradizione britannica.
Quella stessa bandiera tricolore che oggi ogni Italiano deve portare nel cuore con fierezza e orgoglio.
gli italiani di ieri devono ringraziare gli americani di aver impedito ai partigiani di portare l'talia sotto la dittatura comunista ! quelli di oggi,il 14 aprile festeggiano la cacciata dei comunisti dal parlamento italiano!